Archivio mensile:dicembre 2016

Al Karama: diffidare dalle imitazioni

Le vacanze di Natale sono arrivate anche per me e l’affetto dei parenti mi ha travolta come solo una valanga in Val di Susa sa fare.

Quest’anno mi sono lasciata convincere che passare le vacanze a casa sarebbe stata un grandiosa idea…poi mentre ero in volo mi sono ricordata che io odio il freddo.

Eh niente…ora giro per casa indossando la vestaglia di pura lana di orso polare (ho provato a cercare online dei sistemi per inserire grasso di balena sottopelle ma pare ci siano delle controindicazioni…prossimo anno).

pko8tptohg-in-inverno-le-altre-io-vaccata-post-by-penelope_a

Ma per la bustina dei soldi della nonna si fa questo ed altro. Ah, si…anche per i parenti e gli amici scusate.

Quindi il 25 mattina mi sono svegliata e lottando contro la mia naturale propensione ad amare mia zia Titina, che sono 20 anni che mi chiede quando metto su famiglia, tanto quanto amo il freddo, ho aperto la valigia alla ricerca di qualcosa da mettermi che non mi spingesse all’ipotermia dopo 10 minuti ma che neanche mi facesse sentire un fagotto ripieno di guanciale e carciofi. E c’è anche da considerare che nell’esatto momento in cui si poggia un piede fuori dall’aereo prendi per osmosi almeno un paio di kg.

Alla fine il miracolo!! Vestito rosso di Herve Leger, in pratica lo stilista che fa vestiti modello budello dei salami

Capture.PNG

le Christian Louboutin con la loro immancabile suola rossa, che secondo me dipende dal sangue che si versa portandole perché non credo di aver mai, e ripeto mai, portato una cosa più scomoda, ed una Louis Vuitton limited edition.

Perché dopotutto a Dubai ci pagano a peso d’oro ed è giusto investire nell’economia del paese!!

Finalmente per una volta gli argomenti di discussione non si sono focalizzati sul fatto che sono l’ultima delle cugine da marito che…tragediaaaa…non ha neanche il fidanzato (questo lo pensano loro…ogni tanto gli uomini vanno salvati da questi tragici pranzi) o che…ah no…non ci sono altri argomenti, ma erano tutti intenti a capire “Ma quanto guadagna questa???

Se volete godervi un pranzo senza le solite domande “Quando ti fidanzi/Come va il lavoro/Quando me lo fai un nipote” etc, ricordatevi di puntare ad un look super costoso!! Li terrà distratti e voi potrete finalmente respirare la magia del Natale!

Ovviamente starete pensando “Ecco la solita snob che combatte il sistema e poi si mette i vestiti di marca“. Ma vi sbagliate di grosso. Perché tutto questo può essere comprato in un magico ed affascinante quartiere di Dubai.

Al Karama is the way!!

Il Karama è un quartiere di Dubai famoso per essere sede di numerosi negozi che vendono più o meno perfette imitazioni di abitiscarpeborse, e non solo, di grandi marchi (non avete mai visto Sex and the City 2? Eh, molto molto male) a prezzi più che abbordabili.

image1

Ora, io mi sto prendendo il merito di questa rivelazione ma una mia amica è la regina del Karama e per godere a pieno di questa esperienza mi bisogna seguire le sue regole.

Prima di tutto se avete fretta lasciate perdere. Al Karama sai quando arrivi e non sai quando andrai via e questo non dipende certo dalle dimensioni della zona, che dopotutto non sono così ampie. Al Karama il tempo scorre in modo innaturale: tu entri in un negozio che sono le 5 e ne esci che sono le 9.

why

Soprattutto se non siete lì per un item specifico ma solo per dare un’occhiata. Sappiate che vi ci vorrà del tempo.

La seconda regola d’oro per i vostri acquisti è mai far trapelare che per quello specifico items vendereste anche il gatto perché una volta che il venditore avrà capito che lo volete vi dirà un prezzo che probabilmente è 10 volte il suo valore reale. Loro sono come gli orsi: lo percepiscono il vostro desiderio. Quindi anche se avete visto l’ultima borsa di Michael Kors (che è assolutamente il brand più facile da trovare anche di ottima qualità) non vi fate venire la bava alla bocca e gli occhi a cuore, ma mantenete un certo distacco.

Altra regola fondamentale, che si collega alle prime due indicazioni, è quella di trattare sul prezzo. Sebbene voi abbiate mantenuto un certo contegno alla vista di un favoloso paio di scarpe nuove perfettamente identiche all’originale, loro avranno notato quel tremolio al lato dell’occhio e quindi il prezzo proposto sarà indecentemente alto. Non scoraggiatevi perché di norma, e con estrema pazienza, potrete scendere fino al 40% e forse anche il 50% in meno del prezzo iniziale. Sappiate che la frase “Give me your best price“, ovviamente accompagnata dalla velata minaccia di andarvene, la ripeterete talmente tante volte da perdere completamente valore, tanto da chiederlo poi anche al farmacista sotto casa.

L’ultima e forse più importante regola se si va al Karama è mai salire nelle stanzette segrete. Acquistare al Karama non è illegale ma loro alcuni brand, tra cui soprattutto le marche francesi, non potrebbero venderli. Quindi con fare molto placido, alla loro richiesta di salire risponderete che preferite vedere le cose in negozio. Il 90% delle volte andranno a recuperare la merce richiesta che voi avrete sapientemente selezionato su un moderno tablet (ebbene si, alcuni hanno un catalogo multimediale da cui scegliere il vostro nuovo acquisto).

E se ora vi sta sorgendo il dubbio che la vostra vicina super modaiola sia un’adepta del Karama non vi resta che provare questa esperienza immerse nel tarocco d’eccellenza.

E ricordate sempre che a Dubai non è sempre tutto oro quello che luccica ma probabilmente è Made in Karama.

Pubblicità

Expat di serie A ed Expat di al mare…

Il Ministro Poletti, neo nominato Ministro del Lavoro, ha recentemente dichiarato che non sono sempre i migliori ad andare via dall’Italia e che alcuni di quelli che hanno lasciato il Bel Paese dopotutto hanno solo fatto bene all’Italia perché è meglio non averli tra i piedi.

lily-e-chloe

Sicuramente sono state delle forti affermazioni da parte di un Ministro che rappresenta un settore fortemente problematico dell’Italia. Settore che nel 90% dei casi ci ha spinto ha lasciare la barca che affondava perché le nostre capacità, e non parlo di genialità ma di banali capacità acquisite in anni di studio (gli italiani studiano per un totale di 18 anni…avete presente???), non hanno la possibilità di essere espresse perché non c’è lavoro (un altro Ministro c’aveva definito choosy qualche anno fa…in pratica la colpa è sempre nostra).

Ma ci siamo mai chiesti come veniamo visti noi italiani a Dubai?

Nell’immaginario collettivo, qualcuno che lascia il proprio paese per andare a lavorare all’estero normalmente lo fa per andare in Inghilterra, in Francia, in Germania e qualcuno anche nelle fredde terre di Danimarca e Svezia. Anche America ed Australia sono considerate destinazioni degne di nota e seriamente prese in considerazione in caso di ricerca di lavoro.

In fondo, ci vuole coraggio per andare a vivere da solo, con tutte le difficoltà del caso: la lingua, il dividere una casa, lo spostare famiglia e far capire ai propri figli che in parte lo si fa per loro (grazie parents per aver fatto questa scelta tanti – non così tanti ovviamente – anni fa), la burocrazia e tutto quello che ne consegue, comprese il pagare le tasse (ho scoperto che in alcuni paesi del nord Europea, senza la loro “carta d’identità”, che ti danno solo a determinate condizioni lavorative, non sei NESSUNO!!).

Insomma, anche se molti criticano la scelta di lasciare casa, dopotutto, e sappiate che lo negheranno fino alla morte, ci ammirano per il coraggio e per la determinazione delle nostre idee.

Ma la verità è che tutta questa ammirazione e tutto questo coraggio svanisce nell’esatto momento in cui diciamo di esserci trasferiti a vivere a Dubai per lavoro. Superato lo scoglio di quelli che finalmente hanno capito che non vivi in Arabia Saudita e che quindi non stai vivendo in un paese in cui sono violentata psicologicamente ogni giorno della mia vita, ci troviamo a doverci confrontare con quelli che non hanno ancora capito che le belle storielle che descrivono questo paese con l’Eldorado, come di gente sempre felice e sempre abbronzata, di gente che per il solo fatto di stare qua guadagna chissà quali cifre, sono purtroppo appunto storielle.

Ovviamente nessuno nega che se siamo ancora qui dopo tutti questi anni qualcosa di positivo ci sia

brunch

ma purtroppo Dubai non è più il paese del terzo mondo strapagato di 10 anni fa. E quindi è mio dovere aprirvi gli occhi su quello che è realmente Dubai soprattutto per chi ci vive (almeno mi evito di ripetere le stesse cose ogni volta che malauguratamente metto Dubai e lavoro nella stessa frase).

Esattamente come tutti gli altri, noi andiamo a lavorare 5 giorni su 7 e molti di noi 6 giorni su 7 ed esattamente come tutti gli altri, facciamo le nostre 8 ore al giorno, che in molti casi diventano decisamente di più (la leggenda narra che tu sappia l’orario di entrata in ufficio e non quello di uscita).

Esattamente come tutti gli altri, noi ci dobbiamo confrontare con le differenze linguistiche determinate proprio dal suo essere così multiculturale perché vi assicuro che all’inizio capire l’indiano che vi parla in inglese e nel frattempo ti distrae muovendo la testa non è così semplice, come non lo è capire un vero madrelingua in Inghilterra.

Esattamente come tutti gli altri, siamo lontani dalle nostre famiglie e dai nostri cari e ci sarà pure Emirates che piace tanto a tutti, ma sempre lontane sono. E il biglietto non lo trovate di certo con mamma Ryanair che tanto bene ci aveva abituato ai suoi voli a 10.00 euro tasse comprese.

Quindi noi non andiamo al mare tutti i giorni come ci immaginate, solo perché a Dubai c’è il mare e fa sempre caldo perché comunque ogni tanto in ufficio dovremmo andarci, almeno per farci pagare lo stipendio. Secondo voi uno che vive a Southampton o a Bournemouth va al mare tutti i giorni solo perché c’ha il mare? E di conseguenza non guardateci scandalizzati quando in pieno agosto siamo bianche perché probabilmente non vediamo il sole da mesi a causa del caldo.

7-54916-meanwhile-in-dubai

Inoltre, a differenza di quello che è credenza comune non ci pagano in lingotti d’oro anche se non siamo capaci di aprire una macchinetta del caffè solo perché siamo italiani e siamo capaci di arrangiarci a fare tutto. La parte della gavetta principalmente la si fa in tanti altri paesi del mondo e si riesce anche a sbancare il lunario. Qui se sei uno stagista le probabilità che tu possa percepire più di 5000 AED sono veramente poche.
E no, vi prego non venitemi a dire che sono comunque 1,500 euro e che nessuno stagista in Italia prenderebbe questa cifra perché onestamente in Italia con 500 euro al mese trovo una camera nella zona universitaria tasse comprese…qui con la stessa cifra forse ci prendi un letto in condivisione con altre 4 persone.

Ci sarebbero così tanti miti da sfatare, tra cui economia e regime politico, che probabilmente potremmo tranquillamente arrivare a Natale dell’anno prossimo a disquisirne. Quello che purtroppo ogni volta emerge dalle mie conversazioni sulla mia presenza qui a Dubai è che ci siano expat considerati di serie A ed expat considerati di serie B e che purtroppo siamo totalmente assuefatti dalle storie che ci raccontano i telegiornali ed i documentari senza riuscire più a vedere oltre la bella facciata.

Volete venire a Dubai perché questo è il vostro sogno da tutta la vita, venite qua ma non in vacanza che in vacanza è sempre tutto bello e perfetto, perfino le relazioni. Venite qui e vivetevi la città come la viviamo noi, con i nostri problemi, e provate ad andare oltre il grande parco giochi. Solo così potrete capire che noi siamo Expat esattamente come gli altri.