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Quando la tua prova costume dura più di una sessione d’esami…

Come tutte le estati che si rispettino a Dubai, la tua bacheca Facebook si riempie di foto di amici e parenti felici e sorridenti in vacanza, per la maggiore allegramente sdraiati in qualche meravigliosa spiaggia sorseggiando un gustoso cocktail, mentre tu probabilmente sarai seduto dietro una scrivania sotto il getto dell’aria condizionata tarata a menopurealpolosentonomenofreddo sognando le vacanze appena finite o in trepidante attesa di quelle che devono ancora arrivare (non siamo tutte mamme che si fanno 2 mesi di vacanza…e questi sono gli unici momenti della mia vita in cui rimpiango di aver scelto di fare la zia super fica).

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In tutto questo c’è sempre il caldo che ormai fa da contorno, anche un po’ invadente, alla tua vita ma ormai ne sei consapevole (che poi, io qui lo dico e qui lo nego, quest anno non è che fa proprio così caldo) e che ti spinge a trovarti degli hobby che possano intrattenere la tua vita: le ladies night ci sono ma fa troppo caldo per bere e poi sudare come un procione la notte, mangiare ti fa lo stesso effetto

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hai binge watchato tutte le stagioni di Gilmore’s Girl in attesa del revival (quando in pratica hanno finito le idee ed i produttori usano vecchie glorie) prendendo magicamente 10 kg solo per averle viste mangiare e hai praticamente finito Dottor House su Netflix, ma soprattutto conosci i tuoi limiti in fatto di lavori manuali (da bambina ero sempre quella che la colla la sniffava o se la metteva sulle mani….e direi che così si spiegano tante cose).

Insomma, mi era rimasta una sola cosa da fare: darmi allo sport!!

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Anche perché nel resto del mondo, la famosa “prova costume” dura 2 massimo 3 mesi ma qua vivi come in un’eterna sessione d’esami! Tutti a dirti come sia bello vivere in un posto caldo e la possibilità di andare sempre al mare, ma come fanno a non pensare alle conseguenze: 9 mesi di addominale tirato e 9 mesi di cerette!

Quindi da brava “studentessa” ho provato ad andare con un’amica in palestra, ovvero quella stanza piena di attrezzi che praticamente tutti i palazzi hanno e che fino a questo momento avevo frequentato forse 4 volte in un anno, per fare un po’ di treadmill: dopo i primi 10 minuti mi sono sentita come un criceto dentro la ruota. Una tristezza infinita!!
Quindi ho scaricato un paio di App per fare esercizi mirati a tonificare quello, sollevare quell’altro, ma al terzo addominale direi che ho disinstallato e sono scesa a bermi un fruttalo per reintegrare i liquidi persi.

Quindi un po’ demoralizzata, ho organizzato una spa con le amiche, nella speranza che un bel massaggio facesse il miracolo, e una di loro ci rivela il segreto della sua forma fisica: Guavapass.

Il primo pensiero è stato: Si mangia? ma poi vedendo il tipo (non devo dare spiegazioni, tutte abbiamo l’amica sportiva e fisicata, e se non ce l’avete….beh, probabilmente siete voi!) ho supposto che non fosse così. In pratica, scaricando questa applicazione e pagando un abbonamento mensile, che tutto sommato non mi sembra così esagerato se paragonato ad un mese di Virgin in Italia, si ha la possibilità di accedere a diversi studi e palestre in giro per Dubai e di prenotare 3 lezioni gratuite al mese.

Con la mia amica, non quella palestrata, ci siamo guardate ed abbiamo deciso che tanto finora di soldi ne avevamo buttati tanti nelle varie palestre per abbonamenti mai usati, che alla fine un altro tentativo non ci avrebbe certo mandate fallite.

aaaaaaaaaaaa come mi sbagliavo!!!

Ma partiamo dai CONTRO:

  • L’amica palestrata ci ha convinte ad andare ad una sessione di…non so come chiamarlo…”girone della morte“? Per la prima lezione abbiamo optato per 30 minuti di cardio (quando il tuo cuore batte talmente veloce che manda direttamente un segnale acustico al 999 e ti aspetta l’ambulanza direttamente all’uscita) in una buia Warehouse. Dopo i primi 5 minuti ho abbandonato sconfitta la lezione e c’ho messo una settimana a riprendermi.
    In pratica se volete cominciare non fate da 0 a 1000 come ho fatto io.
  • La prenotazione: in molti casi è fondamentale prenotare con largo anticipo le tue sessioni, soprattutto quelle più richieste, perché se questa mattina ti alzi e decidi che vuoi fare Bounce Fit in pratica ti attacchi visto che mi sono ritrovata a prenotare una settimana per l’altra per trovare un posto.
  • Legata alla prenotazione c’è un altro dramma esistenziale: la cancellazione!! Se decidi che No, oggi niente sport, oggi mi sfondo di pizza lo devi decidere almeno 12 ore prima sennò l’App ti applica una penale pecuniaria. In pratica Lasciate ogni speranza o Voi che entrate perché una volta che sono passate le 12 ore è fatta, non si torna più indietro.
  • Se come me ti sei sempre dedicata a sport sedentari, come il giro della pagina del libro o il lancio del coriandolo in posizione supina, oltre al mensile ti ritroverai a pagare per il tappetino di pilates, le fasce per la box, i calzini per tenerti caldi i piedi quando fai inversion (perchè yoga normale ormai non fa più tendenza), il lucchetto e l’asciugamano per tamponare il sudore. In pratica con i soldi spesi per queste cose ci pagavo la lipo e risparmiavo tempo e fatica.
  • La mia famiglia quando ho raccontato loro di questa nuova esperienza hanno chiamato direttamente l’esorcista. Qualche amica in Italia ha chiesto foto per provare quello che stavo dicendo…insomma…grazie della fiducia!
  • Il resto del mondo: il giorno che comincerai a fare sport incontrerai tutti quelli che conosci, compresa la vicina bona che dopo un’ora di esercizi sarà perfetta come appena sveglia mentre tu sembrerai il Gobbo di Notre Dame dopo che ha preso un acquazzone.
    La vita può essere molto cattiva!

Ovviamente ci sono anche dei PRO:

  • La possibilità di scegliere varie discipline ti spinge a cambiare continuamente attività e quindi non c’è il problema della noia….o così mi dico per convincermi ad andare almeno tre volte a settimana.
  • Sebbene le sessioni di cardio mi faccia domandare se nella mia vita precedente io abbia fatto del male a qualcuno, ora quando il venerdì vado a un brunch e mi attacco al banco dei formaggi mi sento decisamente meno in colpa e per premiarmi dell’esercizio appena finito mi concedo un bicchiere di vino guilty free che ha decisamente un altro sapore.
  • Non l’avrei mai detto, ma la palestra è decisamente un luogo di acchiappo da non sottovalutare. Vero è che tu non sembri un Angelo di VS ma se vi trovate decenti dopo una sessione di 90 minuti di bikram yoga (yoga dentro una stanza riscaldata con una percentuale di umidità del 80%…mio padre mi ha chiesto perché pago quando mi basterebbe mettermi sul balcone gratis. Caro papà, hai ragione anche te…) potrebbe anche essere quello giusto!
  • L’ho già detto che poi puoi mangiare senza sentirti in colpa?

In buona sostanza a questo nuovo servizio sportivo darei un meritato 7, prima di tutto perché se ha convinto me ad abbandonare il divano per 3 volte a settimana può veramente fare miracoli, e poi perché dopo tutto a Dubai, se non hai fatto almeno una lezione di Pole Dance non sei nessuno, quindi questa è l’occasione buona per iniziare.
Al momento sono alla mia terza settimana (questa affermazione fa tanto alcolisti anonimi)…richiedetemelo tra un mese che ne penso….

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Valentine’s Day

Se Gennaio ci aveva regalato la magia dei saldi e quindi dello shopping quasi senza limiti (il limite è dato banalmente dalla nostra carta di credito, ma sono dettagli), Febbraio, mese breve ma non troppo quest’anno, ci regala l’evento che tutti i single del mondo attendono con ansia, ovvero l’unico momento dell’anno in cui se sei single, sei un po’ uno sfigato: San Valentino.

Negli anni ruggenti della mia gioventù (praticamente l’altra settimana), con gli amici che stavano nella mia stessa situazione sentimentale

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organizzavamo degli Anti San Valentino Party dove appendevamo striscioni, che con questi slogan “Vista la coincidenza tra San Valentino e il periodo di Carnevale, gli innamorati si travestiranno da coppia felice”  oppure “San Valentino sta arrivando. Non è mai troppo tardi per lasciarsi” facevano da sfondo a noi che celebravamo, in modo anche un po’ triste (la cuccagna a forma di Cupido mi ha sempre un po’ inquietato), il fatto che fossimo “Single e fieri”.

Sempre negli anni ruggenti, ho provato anche l’esperienza di essere oltre la barricata ed ho festeggiato San Valentino: la migliore? Cena in un ristorante di tendenza di Forte dei Marmi, seduti su un tavolo a forma di cuore con tanti cuoricini rossi che volavano nell’aria sopra le nostre teste ed i camerieri che servivano cibo (indovinate?) a forma di cuore.

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Secondo me il proprietario era un cardiologo. Ad ogni modo, lui ha salvato la serata rubando un palloncino volante e facendo vocine simpatiche per buoni dieci minuti (vorrei assicurarvi che nessuno è stato maltrattato durante la cena e che sebbene al momento lo volessi uccidere, è ancora vivo).

Insomma, che fossi single o meno, non mi sono mai considerata una grande fan di questa festività e non perché volevo fare quella diversa, anticonsumista o perché era più il tempo che passavo single che quello da fidanzata. Semplicemente perché tutto questo dimostrare quanto ci amiamo e quanto stiamo bene insieme non ha mai fatto per me.

Potrei scrivere qualche battuta al vetriolo sulle coppie che si apprestano a festeggiare San Valentino (questa però la devo scrivere

Lui: ok, è San Valentino, ma perché dovrei fingere che me ne freghi qualcosa?
Lei: beh, fallo per rispetto di chi da anni finge l’orgasmo.
(postofisso2012, Twitter)

ma sembrerei solo la solita single acida, che è al suo n San Valentino da sola (Cupido, io e te poi facciamo due chiacchiere).

E quindi cari uomini, questa volta mi sento buona ed ho deciso di aiutarvi nella ricerca del regalo quasi perfetto (nessun regalo è perfetto, neanche quando diciamo “Amoreee, ma è perfetto“, perché in cuor nostro sappiamo che potete fare molto di meglio) e soprattutto nell’organizzazione di quella che di norma si può rivelare una grande Caporetto.

  1. Mai presentarsi alla cena di San Valentino a mani vuote, neanche se lei vi ha detto “No amore, quest’anno niente regalo“. Sappiate che sta mentendo ed è una trappola. Anche se l’ha detto, non lo pensa veramente e l’unica opzione concessa è che al massimo sia lei a non farvi il regalo.
    Questo San Valentino, sorprendi la tua donna con un regalo molto speciale: la cronologia dei siti web su cui hai navigato.” (violencevintage, Twitter)
  2. Quanto al regalo in sé ricordate che i cioccolatini non sono un regalo (neanche se vengono dal negozio di Godiva e che quindi costano come un gioiello di Bulgari) ma sono considerabili come un “contorno” al vero regalo; stessa regola per i fiori. Considerabili regali sono: vestiti (meglio un buono se non siete sicuri al 100% che lei voglia condividere con voi che, da quando state insieme, è passata da una M ad una L), scarpe (meglio ancora se le offrite l’invito per una vendita privata con sconti al 70% ed in allegato copia della vostra carta di credito), borse, gioielli, prodotti per la bellezza (non quelli anti-age. Ho visto l’espressione di terrore di mio padre quando a trent’anni ha regalato una fichissima crema antirughe a mia madre, solo perché tutti i colleghi cinquantenni la portavano alle mogli. NO, NON SI FA!), viaggi, massaggi, libri, spettacoli a teatro.
    Ma quali fasci di rose rosse, ma quali bouquet di mammole!? Date retta a me: mazzi di scarpe. Questo e’ il desiderio inconfessabile di ogni donna! (Luciana Littizzetto)
  3. Se decidete per una cena a casa, romantica, a lume di candela, non vi fate venire in mente di ordinare delivery (che a Dubai è il secondo sport nazionale dopo il brunch) a meno che non sia Gordon Ramsey Heinz Beck in persona a consegnarlo direttamente a casa vostra.
    Se invece optate per una bella cena fuori, attivate le sinapsi: ricordate quando voi avevate la testa nel mobile sotto al lavandino e lei dall’altra stanza vi parlava di un nuovo ristorante che hanno aperto, dove la sua collega è stata per l’anniversario di matrimonio? Bene, sappiate che lei vuole andare lì e che in qualche modo quello era un pessimo tentativo di inseption.
  4. Altra cosa fondamentale: non vi vestite con jeans e maglietta (giusto Mr. Grey nella sala dei giochi se lo può permettere) perché ricordatevi sempre che probabilmente noi siamo state dall’estetista, ci siamo depilate, ci siamo fatte fare la piega e ci siamo vestite carine (se non l’abbiamo effettivamente fatto questa volta, sconta per tutte le volte precedenti e la cera è considerabile come un bonus).
    Inizialmente San Valentino era il 13 febbraio, ma poi è stato spostato al 14 febbraio per lasciare alle donne il tempo di truccarsi e prepararsi per uscire.” (RomainCheylan, Twitter)

Cari uomini, stare con noi non è facile (non è facile neanche per noi stare con noi stesse alcune volte) e che seguiate o meno queste regole sappiate che ci sarà sempre qualcosa per cui storcere il naso, perché il vero segreto è che noi, in realtà, forse, non lo sappiamo cosa vogliamo.

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Perché ci sono vacanze e vacanze…

Ed anche Dicembre è finalmente arrivato. Una volta mi sarebbe venuta l’ansia del Natale (in realtà l’ansia era per i parenti), della sessione d’esami (quanta ansia, quanta ansia) ma soprattutto mi sarebbe venuta l’ansia del freddo!!! Quel freddo che ti entra nelle ossa, che ti fa tremare dentro e che ti fa desiderare di non abbandonare mail il piumino la mattina (confesso di aver passato mesi a “studiare” nel letto durante la sessione invernale in tenuta antistupro)
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Ed invece no!! Dicembre a Dubai significa che è cominciata decisamente la bella stagione, ovvero quella sorta di periodo chiamato convenzionalmente “inverno”, che però ha il sapore ed i profumi della nostra primavera.

Quindi finalmente abbiamo detto basta al caldo infernale ed alla conseguente impossibilità di vivere più lontano di due metri dall’aria condizionata (ovviamente non parlo di quella dei Mall o degli uffici perennemente tarata a 18°, neanche fossimo tutti pinguini. Capisco che il freddo mantiene giovani ma così moriamo lattanti tra qualche anno).

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Purtroppo questo non ha messo fine agli arbre magique gusto frutti tropicali, a copertura di certe di odori, che possiamo trovare in alcuni ambienti chiusi. Ma anche questa è diventata una caratteristica locale. Non piacevolissima. Ma è comunque qualcosa di tipico.

Abbiamo detto basta alla costante umidità che ti dava la sensazione di nuotare invece di camminare e che sfidava in modalità difficile noi povere ragazze a riuscire a mantenere la piega perfetta (se poi non hai neanche il filtro dell’acqua a casa o non fai il trattamento alla Keratina allora direi che la battaglia era persa in partenza).

Stop alla sensazione di bruciore sulla pelle che se per errore c’era una porzione di pelle esposta al sole, quella procedeva all’autocombustione immediata piuttosto che patire il calore. Qualche volta questo paese ci ha anche regalato in estate l’effetto phon (da leggersi asciugacapelli): ok, fa caldo, ok si suda, ok è umido. Ma la cosa veramente straziante di questo paese è il vento caldo che soffia quando finisce l’umidità!! Non so se sia peggio la tormenta di sabbia, che se ti sei dimenticata la finestra aperta, quando torni a casa ti dai alle costruzioni:

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oppure la sensazione di aria calda tipo forno appena aperto che ti stordisce anche un vagamente appena esci da un palazzo (sotto zero ovviamente).

Ma finalmente tutto questo è finito e possiamo dire di aver celebrato l’inizio della bella stagione con ben quattro giorni off, quantitativo di giorni a casa decisamente sopra la media e fortunatamente, caso più unico che raro questi giorni non dipendevano né dalla posizione né dalla grandezza della luna e quindi erano feste sicure!!
Normalmente quando ci viene annunciata una festività religiosa non sappiamo mai se prenotare una vacanza fuori o rimanere a Dubai dal momento che tutto dipende sempre dalla luna. Ma questa volta ad essere celebrata era una festa laica: il 44° anniversario della fondazione degli Emirati Arabi, a cui recentemente è stata aggiunta la festa dei Martiri per ricordare le vittime della guerra in Yemen.

Oltre alla certezza della pena durata di questo periodo di festa, c’era anche la certezza di un’altra cosa. NIENTE DRY NIGHT! Magari è un pensiero superficiale ma se spendeste 10 minuti di tempo a guardare vecchi post nei vari gruppi su Facebook sapreste che sapere o meno se è dry night è una delle domande più frequenti prima dell’inizio di una festa religiosa.

La dry night è indicata come il periodo che va dal tramonto del giorno prima dell’inizio della festività al tramonto del giorno dopo in cui non vengono serviti alcolici in tutto il territorio (Sharjah è dry tutto l’anno, per loro non fa differenza) e non è trasmessa musica nei locali, cosa da considerarsi rispettosa dal momento che non è che comincia la Sagra del Carciofo o quella della Porchetta di Ariccia. Ma no! Domanda fissa: Domani è dry night? Vi prego ditemi di no!! A cui segue il totoscommessa: si è dry, no non è dry. Fortunatamente questa volta la ricerca di informazioni al riguardo è durata meno del solito: si alla festa laica, no alla dry night!

Come detto prima, finalmente abbiamo avuto modo di decidere che cosa fare di questi giorni a casa (scommetto che quelli che sono rimasti a Dubai avevano tantissimi programmi, ma l’unica cosa che hanno portato a termine è stato il loro costante procrastinare. Bravi, è così che si fa!) e tutti, ma proprio tutti, ci hanno reso partecipi della loro posizione. In alcuni casi ho percepito la cosa come “non aprite quella porta” ovvero meno male che sei partito e mi stai dicendo che là non devo venire.

Se state pensando al concetto di vacanza italiano degli anni ’60 (allegra famigliola con la borsa frigo e dentro il cenone di capodanno) vi sbagliate. Certo, qualcuno che viene in spiaggia attrezzato neanche dovesse andare a fare un escursione in Nepal c’è, ma normalmente le opzioni sono o andare nell’albergo con la spiaggia attrezzata dove gli animi sensibili di alcuni non rischiano di essere “offesi” dal volgo che li circonda, oppure andare nelle spiagge pubbliche che in alcuni casi, come ad esempio Kite Beach, offrono la possibilità di affittare ombrelloni e lettini ad un prezzo decisamente onesto, almeno per gli standard delle città dove normalmente passo le vacanze estive.

E quindi abbiamo avuto le amiche Jumeirah Jane (quelle vere ovviamente) nei loro splendidi costumi scintillanti, avvolte in sfavillanti (ovviamente di marca) kaftani e protette dal sole sotto i grandi cappelli a falda larga, che sono andate a passare le feste in qualche splendido Resort, dotati di tutti i servizi (ho recentemente scoperto che oltre a trovare nei Mall il servizio portaborse – quando il tipo si è avvicinato per prendermi le buste dello shopping ho pensato che le volesse rubare!!! – in questi posti ci sono anche gli addetti alla pulizia ed asciugatura degli occhiali mentre sei in piscina!!)

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Le nostre amate Jumeirah Jane sono altrettanto ovviamente tornate a casa sfoggiando una splendida abbronzatura che Carlo Conti si sogna, mentre tu, sei stata fortunata, non verrai messa nella vasca delle aragoste al prossimo Brunch.

Non c’è competizione….

Anche le Fake Jumeirah Jane sono state in vacanza: per non essere da meno, di certo il campeggio in Oman o in qualche location negli Emirati non è stata la loro scelta. Hanno optato per Resort “di nicchia” presi su Groupon: tra Liwa di Groupon e l’Anantara di Liwa c’è una bella grossa differenza! E’ un po’ come quando sei giovane e tutti hanno la maglietta dell’Onyx e tu hai quella della Fornarina. Bella per carità, di marca pure. Ma non è Onyx.
Altre ancora hanno preferito giocarsi la carta del “Quest’anno abbiamo deciso di rimare a casa e fare un BBQ con tutti i nostri amici. Sai troppa confusione ed i bambini poi tornano nervosi“, con i piccoli figli di Satana che vi guardano con quell’aria così innocente ed il tuo pensiero va agli altri ospiti del Resort che se la sono scampata questa volta. Poi il pensiero va a quelli che poverini li incontreranno in spiaggia/piscina.
Eh niente, non possiamo essere tutti fortunati…

E poi ci sono quelli che sono rimasti a Dubai e di questo genere ce ne sono di due categorie: noi e loro.
Loro sono i turisti. Quelli che si fermeranno solo una settimana. Quelli che ti mettono l’ansia perché mentre tu cerchi di trovare la posizione comoda per dormire sul lettino, li vedi che fanno foto e video delle Frecce Tricolore/Quadricolore (non so mai come chiamarle visto che qui la bandiera ha 4 colori)

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che impazziscono per i palloni aerostatici che hanno invaso letteralmente Dubai per 3 giorni (ho visto su Facebook che giravano anche questa mattina)

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Insomma quelli che devo fare fare ed ancora fare. Sono anche quelli che tutte le sere li trovi a fare festa nei locali all’aperto, che finalmente si ripopolano di gente che non esce da lì in versione cane bagnato ed insabbiato. Meno male che è Dicembre!!

E poi ci siamo noi. Quelli rimasti a Dubai perché l’unica cosa che volevano fare era rimanere a casa e non fare nulla. Quelli che si sono goduti la città e tutte le sue attività: evitando di citare le Frecce ed i Palloni che direi che hanno visto tutti, Dubai ci ha regalato fuochi d’artificio, parate “storiche” ed eventi realizzati appositamente per questi giorni di festa.
Quelli che sono stati con gli amici di sempre al mare, al brunch, in piscina, con la famiglia. Quelli che piuttosto che pensare a come apparire sui social hanno preferito farsi venire le piaghe da decubito facendo la staffetta tra il divano ed il letto.
Quelli che si sono dedicati all’arte ed alla scoperta della città, quelli che hanno visitato Deira ed il Souq dell’oro e delle spezie, e quelli che hanno preferito la Moschea di Abu Dhabi.
Quelli che, seguendo la cara e vecchia tradizione italiana, hanno organizzato pranzi con gli amici in perfetto stile braciolata (qualcuno dice che sia ben differente dal BBQ. Quando capirò la differenza la condividerò con te).

In pratica, tutti quanti, per la prima volta (forse) abbiamo fatto quello che segretamente pensano che facciamo tutti i nostri amici: NULLA!

Jumeirah Jane: diffidare dalle imitazioni!

Ho spesso nominato nei miei post precedenti le download.

Ma chi sono questi animali mitologici metà donne e metà carta di credito?

Come ogni documentario che si rispetti (Piero Angela sarebbe orgoglioso di me) fatto ricerche su internet, ho partecipato ad eventi e caffè solo per darvi una risposta basata sui fatti e non su mere supposizioni!

Musica dalla regia grazie.

JJ è sposata ed ha almeno un paio di pargoli.
Il marito trofeo è sicuramente un uomo di business, CEO o Director di qualche grossa multinazionale, magari nell’Oil and Gas o nel settore Energetico che fa molto “Fa un lavoro fichissimo ma non mi chiedere che faccia veramente che non lo so“, che lavora molto e “fa soldi…forte“.
Purtroppo la cara JJ viene spesso lasciata sola nella sua enorme villa sulla spiaggia, nel quartiere Jumeirah proprio a causa del lavoro del marito trofeo e sebbene non abbia un lavoro, perché al contrario nostro NON NE HA BISOGNO, JJ ha una vita piena ed intensa allo stesso modo: dopo aver portato i bambini, di Chanel vestiti, a scuola, a bordo del suo SUV 4×4, di norma una Range Rover che la fa sentire più tranquilla su queste strade, ha la sua lezione privata nella sua palestra (avere la palestra a casa fa strano giusto in Italia. Qua se non ce l’hai sei un pezzente) con il suo Personal Trainer Romòn di Yoga e Pilates.

Il detto “chi bella vuole apparire un poco deve soffrire” fortunatamente vale anche per loro…al mondo c’è giustizia! Anche se ovviamente lei ti dirà che è così di costituzione e che non fa poi molto per mantenersi in forma…se lo dice lei (per quelle che dicono certe cose dovrebbe esserci un girone nell’inferno dantesco!!)

Se JJ non ha appuntamento alla SPA per un massaggio rilassante, esfoliante, rinvigorente e qualche altro -ente, o dal parrucchiere, in genere incontra le sue amiche, altre Jumeirah Jane, in qualche vegan/organic restaurant dove si sfamerà di semi e disseterà di verdure.

Ma neanche più la cara e vecchia bistecca con l’insalata è considerata healthy? Io sto con l’amatriciana!!

Normalemente JJ fa shopping solo nel zona luxury dei Mall e i vestiti non saranno mai più grandi di una taglia 38.
Va in spiaggia solo negli alberghi, se non decide che la privacy della sua piscina è più congeniale ai suoi impegni.
Cena nei migliori ristoranti stellati (almeno due, sennò non vale la pena), dove le porzioni di cibo sono alla stregua di quelle che nonna usava per sentire se la pasta era cotta.
Beve solo Champagne costoso ed organizza feste nella sua splendida villa, non facendo sfigurare il caro marito trofeo davanti ai loro amici e colleghi….di lui ovviamente.
E viaggia solo in First, ma si accontenta anche della Business: che brava moglie!

E i figli dove sono? JJ ha un segreto. Il dono dell’obiquità? la Gira tempo di Hermione in Harry Potter? Ma no!! non siate sciocche.
JJ ha Isura la schiva, meglio conosciuta come maid o collaboratrice domestica, di nazionalità prevalentemente filippina, che l’aiuta (fà) le faccende di casa, si occupa dei figli di JJ, porta fuori il cane, se non l’ha già fatto il butler (e che vi credete che JJ apra la porta?), a volte partecipa alle stenuanti sessioni di shopping aiutando JJ nell’oneroso compito di portare le borse.

Se non hai la maid, non sei nessuno!!

Ovviamente di Jumeriah Jane non ne esiste un modello solo, ma per approfondire le varie categorie vi consiglio questo simpatico post.

http://desertidleness.blogspot.ae/2006/02/jumeirah-jane.html

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Ritratto di famiglia. Il marito è in viaggio.

Purtroppo, ad oggi, le vere Jumeirah Jane sono in diminuzione. Vuoi perché i salari non sono più quelli di una volta, vuoi perché essere una JJ è uno stato mentale, ma la verità è che sono sempre più rare.

In questo momento ci sono le Expat che ci prova ad essere delle JJ, ma che non ne hanno la stoffa. E come è possibile riconoscere questo tarocco d’eccezione?

Facile. Basta osservarle.

Le fake JJ hanno sì il SUV, ma in affitto e normalmente il marito gira con un’utilitaria pagata dalla società. Anche in questo caso, ovviamente il SUV è per la sicurezza dei figli, ma purtroppo, a differenza della vera JJ non andranno alla SPA in decappotabile.

Eh, ci spiace!

Le fake JJ vogliono vivere in villa. Ma di certo sono poche quelle che si possono permettere quelle in Jumeirah (escludiamo proprio a priori quelle di Jumeirah Islands…la nuova zona per ricchi). La maggior parte vivrà negli Springs, decisamente più a buon mercato di Meadows, o comunque in qualsiasi villa che abbia la tanto agognata maid room! Perché anche tra le fake JJ, se non hai la maid o, nel caso di quelle senza figli, la donna che viene a pulirti casa continui a non essere nessuno.
Ho visto gente cambiare casa dopo poco pur di avere la maid room!!

Le fake JJ si ritrovano nei caffé a parlare dei loro progetti e della loro intensa vita, ma certo non in posti alla moda come The Lime Tree Cafe, ritrovo per eccellenza delle autentiche JJ. Le fake JJ italiane in genere si incontrano nei locali italiani perché il segreto di molte è….che non parlano inglese!!

Ovviamente anche le fake JJ avranno la Personal Trainer per fare Yoga e Pilates. Perché mai dovrebbero andare in una buona palestra e risparmiare quel migliaio di Dirhams da poter investire, non so, nella scuola dei figli che costa, in questo paese, come l’università privata in Italia?

Per le fake JJ sarà una missione di vita capire se il vicino prende più del marito perché a quel punto la domanda che si pongono è “Ma noi che ci siamo venuti a fare qua, se non guadagnamo più di tizio X e dobbiamo fare i sacrifici. A questo punto stavo a casa“. Comprensibile. Se si viene da una grande città e si è lasciato un posto di lavoro fisso, che ne so, alle poste.
Per tutto il resto non c’è giustificazione che tenga.

Se le JJ viaggiavano in business e first, la fake JJ normalmente volano Economy, alcune low cost. E come risolvere l’annoso problema di dire alle altre che viaggi low cost? Semplice, tagghiamoci nella lounge business più vicina e nessuno si accorgerà di nulla.
Eh, geni del male veri.
In alternativa, sarà possibile richiedere una seconda carta di credito, presso un’altra banca, e con questa pagarsi l’upgrade alla business e di conseguenza guadagnare miglia per prendere un biglietto gratis la prossima volta.

Anche perché, le JJ viaggiano veramente tanto!! Quelle originali viaggiano per il mondo per dimenticare la noia di una vita solitaria (e poi qualcuno questi soldi li dovrà pur spendere), le altre si faranno le canoniche 3 settimane a casa per Natale, per visitare i parenti, e i due mesi estivi perché fa troppo caldo (la sauna però non è mai troppo calda) pubblicando foto su foto di quanto si stiano divertendo.

Crediamoci.

Ma perché tutto questo sforzo per sembrare qualcuna che non siamo? Perché fingere per essere accettati dalle altre donne? Anche perché essere una Jumeirah Jane è un vero e proprio lavoro, un vero e proprio impegno costante.

Anche perché..Se nasci quadrato, non puoi certo morire tondo.

Il rischio è quello di cadere nel cliché dei finti ricchi e questo è decisamente di cattivo gusto. Molto di più che dire una volta “No questa volta passo che per me è un po’ troppo costoso”.

E quindi, Jumeirah Jane ci si nasce, non ci si diventa.

Se non sei una Jumeirah Jane non puoi avere una vita sentimentale felice?

Siamo veramente delle donne a volte troppo forti ed indipendenti? Donne troppo concentrate sulla carriera e su sé stesse da non riuscire ad instaurare e portare avanti una relazione?

O forse sono gli uomini che non hanno più la voglia di mettersi un po’ in gioco ma “amano vincere facile”?

Dubai offre storie di tutti i tipi sull’argomento: ragazze venute in vacanza con le amiche che incontrano il principe siriano/libanese/egiziano/insomma de ste parti, che le convince a rimanere ed alla fine (e senza aspettare neanche troppo a dire la verità!!) coronano il loro sogno d’ammore sposandosi; altre che impattano contro muri di cemento armato convinte di aver trovato quello giusto…in un pub…lui è inglese…è sono le 10 di sera di venerdì. Mi verrebbe da dire “Ringrazia Dio che questo non ti svenuto in coma etilico addosso…o peggio!!“.
Di queste ne abbiamo anche una simpatica sotto categoria: quelle con il cuore nella vagina.

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Chi guarda/va Grey’s Anatomy sa esattamente di che cosa stiamo parlando, per voi profani una breve spiegazione: sono quelle donne innamorate dell’amore, ma più che altro innamorate del sesso e che, se per un momento si fermassero a pensare, si renderebbero conto che non è amore, si chiamano ormoni.

E poi c’è l’ultima categoria: quelle dalle relazioni perennemente sbagliate. Quelle che lo sanno che è sbagliata…e niente. La tentazione è più forte di loro. Ma non tanto sbagliate perché lui è fidanzato/sposato/menomato/prigioniero di guerra, che è l’ABC per queste donzelle visto che lo spirito da crocerossina all’arrembaggio è sempre in agguato, ma perché tu per lui Sei una donna forte e lui quelle come te non le sa gestire.

Signori, questa è una scusa vecchia come il mondo. A volte basterebbe dire la verità ovvero che non vi piacciamo abbastanza, o semplicemente che voi non siete abbastanza interessati perché, sinceramente, nell’essere una donna forte non ci vedo nulla di così aberrante.

E poi esattamente, di grazia, perché forte è sbagliato? Perché siamo indipendenti? Perché non siamo le vostre Jumeirah Jane bisognose della vostra carta di credito?

Ieri sera ero fuori con un’amica che ha una vita sentimentale incasinata almeno quanto la mia (chi si somiglia si piglia…ma più che altro non sembri una pazza stalker che continui ininterrottamente a parlare del tipo di turno, analizzando anche le virgole dei messaggi – diciamoci la verità donne! -, perché probabilmente lei avrà fatto lo stesso o forse peggio) che davanti ad una birra, mi ha confessato che si è sentita ripetere per l’ennesima volta “Ma no, è perché hai un carattere forte e lui non sa come gestirti“.
Il problema è che a dirle questa scomoda verità/bugia non è stata un’amica stretta, visto che tra amiche è più da considerarsi la scusante primaria se lui è uno stronzo e voi non lo volete capire la risposta alle vostre domande, ma una conoscente.

E niente, le porte dell’inferno staranno per aprirsi visto che ormai anche noi donne abbiamo imparato ad usare questa scusante.

Ripeto ancora una volta la domanda: forte ed indipendente è così difficile da gestire?

Vedendo molte delle mie amiche qui, che penso di poter considerare delle donne in carriera, indipendenti e soprattutto sposate, la risposta alla domanda non sta tanto nel fatto che se non siamo Jumeirah Jane non possiamo essere sentimentalmente felici. La risposta è che forse non vogliamo o non siamo realmente pronte ad essere felici e questo dipende dal fatto che continuiamo a cercarci uomini che fondamentalmente non ci vogliono ma che, in un certo senso, rientrano nella nostra zona di comfort.

Dopo tutti i muri presi continuiamo a fare lo stesso errore ma in qualche modo, sebbene la conclusione sia devastante, soprattutto per la nostra linea (eh no, non siete autorizzate a dire che ci sono quelle che quando sono tristi non mangiano, perché sono esseri mitologici come gli unicorni!!), lo è ogni volta meno perché, in fondo, lo sapevamo.
Ogni volta i tempi di ripresa sono più brevi, la vaschetta di gelato è più piccola ed ogni volta la bugia che ci diciamo per andare avanti è sempre meno bugia.

Quindi no. Non è che se non sei una bionda svenevole bisognosa di aiuto non puoi avere una vita sentimentale felice, semplicemente dopo un po’ che sei single, dopo un po’ che sei sola e dopo un po’ che hai imparato a vivere la tua vita in modo indipendente e senza il bisogno di avere un uomo vicino per essere felice (il barattolo dei pelati della nonna sono capace di aprirlo anche da sola), la persona che vuoi avere vicino non deve essere qualcuno che ti prenda per mano e ti faccia da padre, ma vuoi qualcuno che ti prenda per mano e faccia il percorso insieme a te. Qualcuno che sia un in più e non qualcuno che definisca chi sei.

Sebbene questa sia una bella verità, saremo sempre portate ad entrare nella nostra area di comfort con un uomo che fondamentalmente vorremmo fosse “quel in più” ma che sappiamo benissimo essere l’ennesimo scontro contro un muro.
Ci scegliamo quello fidanzato/sposato perché richiede poco impegno e ci lascia libere di continuare ad essere forti ed indipendenti, ma poi ci lamentiamo dei silenzi e delle sparizioni. Ci scegliamo quello in carriera perché ci piace l’uomo di potere, ma poi ci lamentiamo che è sempre impegnato e non ha abbastanza tempo per noi. Ci piace la storia a distanza perché, oltre a lasciarci un certo margine di manovra sulla nostra vita, fa tanto storia dei libri rosa, ma poi ci lamentiamo che vorremmo vederlo di più, che le telefonate non ci bastano. Potrei continuare per ore a fare esempi ma smetteremo nell’anno del mai.

La soluzione al male di essere una donna forte? No, direi che non c’è, a parte la fuga al primo commento al riguardo e continuare a pianificare la propria vita anche senza un uomo al proprio fianco perché alla fine saremo l’eccezione di qualcuno, anche se, come dice qualcuno…

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