Vivere permanentemente in una città crea un fortissimo senso di assuefazione all’ambiente che ci circonda e spesso ci si dimentica dell’inebriante sensazione che si è provato appena arrivati. Almeno per me, quando sono arrivata, ho capito che cosa significasse la tanto odiata e studiata Sindrome di Stendhal, definita come la sensazione di smarrimento, tachicardia e confusione (ovviamente parlo dei sintomi lievi, non certo delle allucinazioni e delle vertigini!!) che si percepisce in presenza di soggetti come opere d’arte considerate di straordinaria bellezza. In pratica vai in brodo di giuggiole davanti ad un quadro/scultura/città/pezzodipizzabuona.
Ammetto che tutte queste luci e questi imponenti palazzi mi hanno praticamente stordita non essendone abituata. Tutto di Dubai era una continua scoperta: lo ski-dome, le isole artificialmente costruite, il palazzo più alto al mondo, la pulizia estrema degli spazi comuni in questa città (avevo sempre l’ansia quando fumavo una sigaretta e per qualche motivo non riuscivo a trovare un posacenere. Ed ora dove la butto????), per non parlare dei bagni (i bagni di Dubai, compresi quelli dei Mall di weekend, saranno sempre più puliti di quelli di casa tua), e la cortesia delle persone (quasi un lecchinaggio continuo, ma ammetto che faceva piacere), talmente tanto gentili che c’è gente che ti imbusta la spesa (siate sinceri, quanti di voi, quando vivevate in altri paesi al di fuori del GCC, hanno avuto delle serie difficoltà, nominando tutti i santi del calendario, nel vano tentativo di aprire una busta della spesa??? Bene, qua c’è qualcuno che ti leva da quell’imbarazzante momento. Le piccole gioie della vita. Unico problema forse quando ti aspetti lo stesso trattamento in Italia e rimani come una fessa con la spesa ancora da mettere nella busta).
Ma poi, come tutto, anche questa la luna di miele è finita. Anche Dubai è entrata nella routine della vita normale (ovvio che ancora adesso rimango affascinata da quello che vedo, sarebbe quasi impossibile il contrario visto che torni in Italia per due settimane e sbuca un palazzo nuovo) come è giusto che sia (vivere un eterno primo appuntamento dopo un po’ rompe). È come una relazione: all’inizio è tutto Oh mio dio lui ha fatto questo, Oh mio dio lui ha fatto quello per poi passare al Sai mi ha proposto di fare questo, ma non so, fino ad arrivare Che palle, ma ti pare che ora dobbiamo fare questo?!?
Fortunatamente ancora non sono ancora alla conclusione della mia relazione con Dubai ma sicuramente non sono più nella fase iniziale e diventa ancora più evidente quando ti relazioni a persone che sono arrivate da pochissimo a Dubai.
Recentemente, infatti, ho conosciuto una ragazza arrivata a Dubai da veramente pochissimo tempo e all’inizio la sua esuberanza e la sua “gioia” nel descrivere questa città quasi mi infastidivano. Tutta la sua sorpresa per cose ormai diventate per me banali sembrava quasi “finta”: cioè come fai ad emozionarti che ogni 100 metri c’è una Spa??? Ma da dove vieni?? Ecco, la poverina viene da un paese straniero dove era costretta a prendere un aereo per farsi una cera decente perché il massimo che poteva trovare erano i pesciolini che mangiano i calli. Direi che anche io sarei stata così su di giri al posto suo.
Quindi, parlando con lei, ho cominciato a riflettere come la mia percezione per certe cose sia cambiata, a volte neanche troppo in meglio, e che quelle che prima erano novità, oggi sono cose di tutti i giorni perché ormai Dubai è casa.
Burj Al Arab Talise Spa
Tornando alla storia della Spa, ha effettivamente ragione visto che qui ci sono più Spa che persone, incluse quelle che offrono l’happy ending ai maschietti (per la loro gioia!), dove ognuna offre specifici servizi, dai massaggi di ogni tipo alla ceretta, dai capelli alla rimozione laser dei peli; alcune propongono anche makeup permanente (se l’idea di avere sopracciglia spesse come solo a Cara Delevigne possono stare bene, questo è il posto che fa per voi!) ma tutte avranno qualcosa in comune: quando sarà il momento di pagare cercheranno di proporti pacchetti sconto, prodotti a prezzi stracciati, e se continuerai a dire educatamente che No grazie, non mi serve nulla, ti proporranno di acquistare direttamente un’estetista. Eh niente, sembrava la pubblicità della Eminflex con un Mastrota in versione orientale.
Sfortunatamente non sono una grande promotrice delle parrucchiere a basso costo visto che spesso la qualità dei prodotti è veramente bassa, come anche l’igene (sennò non ci sarebbe bisogno di cartelli ovunque che ricordatono che è vietato inserire il bastoncino della cera due volte nel contenitore della cera), ed il rischio è di ritrovarsi con i capelli di un colore diverso da quello richiesto (e non nascondiamoci dietro al “non parlo/a così bene inglese”) è abbastanza elevata. Ma comunque Dubai offre servizi per tutte le tasche quindi basterà pagare un pochino di più (prezzi affini a quelli di una grande città come può essere Roma o Milano o Londra) per avere un servizio perfetto.
Ma bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare: mai pagato così poco un massaggio in Italia e se sei fortunata trovi anche la massaggiatrice che non ti mena (a volte succede) e passi quell’oretta a farti coccolare. Cosa che in Italia non mi sarei mai potuta permettere così di frequente, e non sto parlando della Spa pakistana che quando entri ti viene un momento di panico e ti domandi spaesato Ma dove sono finita?, ma poi ti fanno il miglior massaggio mai provato (cit. Tratto da una storia vera), ma sto parlando della Spa tutti fronzoli dove, alla fine del trattamento, ti fanno utilizzare la Jacuzzi e poi allegramente sorseggiare o del thé depurativo offerto dalla casa, oppure un bel bicchiere di vino.
Le poche volte che sono stata in Italia, se escludiamo le Terme di Saturnia che ancora hanno in cauzione un organo buono, ho sempre avuto la sensazione che fossero loro a farti un favore a stare là. Ed il costo era decisamente ben più elevato del servizio offerto; magari non sono stata così brava io a scegliere.
Ma non solo, molto spesso, per sponsorizzare un nuovo salone o magari per dare nuova luce ad uno già conosciuto, durante le ladies night, verranno allestiti tavoli dove sarà possibile ricevere una veloce manicure o una perfetta piega boccolosa senza pagare. È un po’ come un biglietto da visita però mostrando quello che si sa fare: un’idea davvero geniale, soprattutto se sei appena uscita dal lavoro e non sei riuscita a farti la piega!!
E quelli che magari arrivano a Febbraio e ad Aprile cominciano a dire “Beh dai, non è mica tutto questo caldo di cui parlavate. Si sta ancora benissimo“. Ma certo, aspetta Luglio quando comincia la stagione inferno perché al momento siamo solo all’estate! Ah, dilettanti.
Hell is coming!!
Altro annoso dilemma dei “novellini” è la questione abbigliamento: come già detto in un altro post, in realtà a Dubai non vige nessuna particolare regola per quanto riguarda l’abbigliamento. Certo andare in giro in mutande non è proprio consentito, ma direi che non lo è da nessun altra parte del mondo (forse ricordo che in Germania è però permesso il nudismo ma non mi stupirei della cosa). Ma nessuna donna è obbligata ad indossare un velo o l’abaya per andare in giro, o a coprirsi in maniera particolare (escludendo magari il periodo del Ramadan quando sarebbe opportuno indossare una giacca e/o un pantalone lungo durante il giorno), quindi, a differenza di quello che è la credenza comune, qualsiasi abbigliamento, purché decoroso, è consentito a Dubai.
Tant’è che spesso in giro per la città ho veramente visto di tutto: donne con la pelliccia e sotto vestiti estivi, gente che continua ad indossare occhiali da sole la sera (a meno che tu non sia Ray Charles, un bodyguard, o la mia amica talpa evita!), nei negozi vendono i piumini d’oca perché fa freddo (ok, forse dopo qualche anno qua la percezione del freddo cambia ma non così tanto da aver bisogno del piumino per uscire, a meno che tu non stia girando per un Mall, allora si!), vestiti fluo e gente che per fare lo “struscio” in Marina si mette l’abito da sera. Per non parlare dei cappelli durante l’ultima serata della Dubai World Cup ad Al Meydan Carnival. Allora ciao proprio.
Io anche ci metto del mio, visto che ogni tanto vado a fare anche la spesa in pigiama: tanto alla fine ci sarà sempre qualcuno vestito peggio di te! O vestito come te, che è quasi un sollievo.
Credo che un altro degli argomenti più discussi a Dubai sia il cibo e gli alimenti ammessi o non ammessi: passato lo shock iniziale di scoprire che abbiamo il maiale ed alcool (altro sport nazionale è il BBQ e senza maiale e birra che senso avrebbe farlo?), direi che in linea di massima abbiamo più o meno tutto, magari la frutta e le verdure non sono della miglior qualità, ma si sopravvive a tutto. L’unica cosa impossibile da superare (cioè io l’ho superata ma leggere in continuazione questa domanda diventa un costante promemoria) è la totale e completa assenza di tutti i prodotti delle Mulino Bianco: Rosita e Banderas non ce l’hanno fatta a portare le loro macine a Dubai. Posso ovviamente capire che non fare colazione con i Pan di Stelle possa essere un po’ come non fare veramente colazione per alcuni (io sono così con il caffè, finché non ne bevo uno ho la sensazione di non essere veramente uscita dal letto) ma dopo un po’ direi che farsene una ragione potrebbe essere un primo passo per uscire dal tunnel della dipendeza. Senza contare quelle che si portano i detersivi dall’Italia, come se questi non pulissero abbastanza (e ho amiche che l’hanno fatto!!!). Povero Mastrolindo stipato in una misera valigia!!
E quando scoprono che tutte le case, ma proprio tutte, hanno almeno la piscina? Giustamente all’inizio sono in albergo e quindi la presenza di una piscina in un posto di mare non fa così strano, ma provate a menzionare che ogni struttura è fornita di piscina e palestra, alcune anche di sauna e bagno turco, e vedrete questa espressione
E come non menzionare la nostra metro: meravigliosa, tecnologica (se hai meno di 6 anni ti puoi mettere nel primo vagone e fare finta di essere Superman; dopo quell’età è vietato dalla legge della dignità), sopraelevata, ma soprattuttto lenta come un’agonia prima di morire!!
Sebbene la metro copra in modo abbastanza diffuso tutta la zona costiera di Dubai (oh poi se non ci arriva si prende un taxi), i tempi sono veramente lunghi. Per rendere l’idea, se volessimo andare da Dubai Marina al Dubai Mall ci vorrebbero ben 45 minuti ed un sacchetto di carammelle (ah, ricordate che in metro è vietato mangiare, incluse le gomme da masticare, che sennò vi fanno la multa!). La sua utilità è direttamente proporzionale alla quantità di traffico che c’è a quell’ora sulla Sheikh: più il traffico è intenso e più la metro è utile.
Solo che quando sei appena arrivato, magari da un città civilizzata come Londra, New York o Parigi (escluso Milano e Roma che facciamo più bella figura) dove il trasporto pubblico è efficientissimo, conosci poco la città, visto che il 90% delle volte il tuo tassista è nuovo a Dubai e quindi non sa dove devi andare (altra cosa scioccante, qui non ci sono gli indirizzi, o almeno non come li intendiamo noi. A meno che tu non riesca a capire che il posto che devi raggiungere si trova a destra del negozio che vende tappeti e che però non è quello con il pappagallo fuori ma quello due dopo, che se per caso il pappagallo è morto ti ritrovano in un angolo a dondolare), la metro o l’autobus sembra la soluzione più semplice per raggiungere la destinazione. Eh niente, alcuni stanno ancora per strada cercando arrivare.
Se c’è un consiglio che mi sento di dare è su come trattare il centro assistenza di qualche prodotto o comunque il servizio customer care in generale: quando fate la telefonata siate aggressivi perché loro fiutano la vostra reticenza e vi infileranno in un loop di domande che non hanno senso e che vi porteranno alla pazzia!!
Vi porto un esempio, il customer care di un noto marchio svedese con i nomi strani o la tua banca (la partorisce più problemi che cose utili, ricordatelo sempre) ogni tanto decideranno di chiamarti per proporti qualcosa, tu ovviamente dirai di No ed alla fine della telefonata ti faranno una simpatica ed assurda domanda “C’è altro che io possa fare per lei?”
O_O
Ma se mi hai chiamato te!
Ma il peggio è quando sei TU a dover chiamare loro per un problema: ho amici che vanno in ritiro spirituale prima di chiamare, famiglie felici distrutte a causa della scelta di chi è il volontario designato alla chiamata, gente con crisi di panico.
Ma il consiglio è sempre quello: non potenevi domande e siate aggressivi; il 90% delle volte avrete ragione ad arrabbiarvi perché vi avranno combinato qualche indicibile e quasi sicuramente irrisolvibile casino a suon di Sorry Ma’am Sorry Sir, per il resto andrà a coprire il periodo in cui eravate gentili e cordiali e vi hanno fatto il gioco delle tre carte davanti.
Ovviamente nel corso del tempo passato qui ho forse dimenticato tutte le prime sensazioni e le prime volte a Dubai perché poi quelle che all’inizio mi sembravano eccezioni sono diventate la mia vita e non una semplice vacanza. Appena arrivata avrei veramente voluto avere la possibilità di immortalare con gli occhi tutto quello che vedevo per poter non perdere nessun attimo. Con il tempo e l’esperienza ho imparato come muovermi, quali comportamenti avere e soprattutto come essere me stessa senza mai sentirmi limitata nei miei spazi. Ma è sempre bello interfacciarsi con qualcuno che ti fa tornare alla mente il tuo inizio qui: è come avere un bellissimo deja vu.